Un laboratorio di fabbricazione a controllo numerico per lo sviluppo di materiali editoriali interattivi, sia multimediali, sia cartacei. Uno spazio dove produrre, giocare e imparare insieme, che offre servizi per la creazione e fruizione di contenuti e al contempo rafforza identità e coesione sociale.
Un luogo aperto e accogliente dove entrare in contatto con la tecnologia e gli strumenti della comunicazione per accrescere consapevolezza, competenza e autodeterminazione.

LA GALASSIA VENTAGLIO VOL. 2: Lo spazio e il tempo

Continua il discorso tra Daniela Calisi, autrice di Change e Rachele Cataldo, esperta di data visualization con cui condivide l’amore per l’interactive art.

Uno dei modi in cui vedo la molteplicità dei significati di una parola non è tanto una lista di termini o di definizioni, per me è creativamente più produttiva l’immagine di un ventaglio. Parlo di ventaglio perché la carta mi restituisce delle possibilità spaziali che la linearità non mi dà, mi dà la possibilità di espandermi in due dimensioni. Ecco il perché di quest’immagine. 

Quando sperimentavo con il 3D, ragionavo sulle possibilità del testo nello spazio tridimensionale. Non per niente uno dei miei autori preferiti era Ladislao Pablo Györi, forse il primo ad aver visualizzato e creato una realizzazione tridimensionale di quello che viene chiamato il campo semantico. Cioè il campo semantico è un campo perché si dipana nello spazio, come il campo di forze o il campo magnetico.

Sono convinta che la metafora giusta per significato sia quella del campo, Infatti è più vicino a degli aspetti che sono fisici o matematici. Pur non essendo un’esperta di queste materie, dal punto di vista del mio immaginario sono molto più generative le metafore che ne derivano, che non l’idea di mettere in sequenza le parole giuste nella sequenza giusta.

O meglio, per me trovare la sequenza giusta, trovare la parola giusta è solo un pezzo. 

Da sempre mi muovo in tutti i testi con una certa libertà: non mi faccio scrupolo di prendere pezzi e spostarli, anche quando scrivo cose che non sono poetiche; sono molto attratta dal cut-up.

Il mio problema con la poesia, però, è che è un atto formale e in quanto poeta devo delle scelte di forma. Le scelte di forma che io faccio e che voglio fare non sono delle scelte legate alla linearità. Molto spesso sono scelte legate alla spazialità o comunque a percorsi diversificati o compresenza di diversi percorsi . 

Quando ho cominciato a scrivere, ho iniziato con la web poetry, e già da prima scrivevo barre, fratti, frecce, spaccature. La web poetry è stato il primo strumento che mi ha permesso di introdurre un elemento che ho capito dopo quanto per me fosse fondamentale, ovvero il tempo. Una delle cose alle quali sono ricorsa, non potendo creare globi di poesia, campi poetici (…ecco il campo poetico potrebbe essere interessante!), è il tempo che aggiunge una dimensione alle due che mi dà la carta. Il tempo mi permette di animare il testo, di farlo muovere, e così di presentare significati ulteriori o inespressi, che senza di esso mi resterebbero nella penna.

Vérsion Française

On continue le discours entre Daniela Calisi, autrice de Change et Rachele Cataldo, experte de data visualization avec laquelle elle partage l’amour pour l’interactive art. 

LA GALAXIE ÉVENTAIL VOL. 2: l’espace et le temps. 

L’une des façons dont je vois le signifié d’un mot ce n’est pas la liste de termes ou définitions, pour moi, ce n’est pas tellement une liste linéaire créativement productive, sinon l’éventail. Je parle de ça parce que le papier me donne des possibilités spatiales, il me permet de me développer deux dimensions, au contraire de la linéarité.
C’est pourquoi cette image. 

Quand j’expérimentais avec le 3D, je raisonnais sur les possibilités du texte dans l’espace tridimensionnel. En effet, l’un des mes auteurs préférés était Ladislao Pablo Gyori, probablement le premier à avoir visualiser et à créer une réalisation tridimensionnelle de ce que nous appelons le champ sémantique. Il s’agit d’un champ parce qu’il se déroule dans l’espace, comme le champ des forces ou le champ magnétique. Je suis convaincue que la métaphore juste pour le signifie est cela du champ. 

En effet, il est plus proche à des aspects physiques ou mathématiques. Je ne suis pas une experte de ces matières, mais de mon point de vue, je pense que les métaphores qu’en résultent sont beaucoup plus génératives que l’idée de séquencer les mots justes dans mon ordre juste. 

Ou mieux, selon moi, pour trouver la juste séquence, rechercher le mot exact, c’est juste une pièce. 

Depuis toujours, je me déplace librement dans les textes: je n’ai aucun problème à prendre des pièces et les bouger, même quand j’écris des choses qui ne sont pas poétiques. Ce n’est pas pour rien que je suis attirée par le cut-up. 

Mon problème avec la poésie, cependant, c’est qu’il s’agit d’un acte formel et en étant une poète, je dois faire des choix de forme. Celles que je fais et que je veux faire, ne sont pas liées à la linéarité. Tres souvent il s’agit de choix qui ont à faire avec l’espacialite, ou toutefois avec des parcours diversifiés ou possibilités de différents parcours. 

Quand j’ai commencé à écrire, j’ai empecé avec la web poetry, et bien avant, j’écrivais des barres, des fractures, des flèches, des fissures. La web poetry a été le premier instrument qui m’a permis d’introduire un élément que, seulement maintenant, je considère fondamental: le temps. Ne pouvant créer des globes de poésie ou des champs poétiques (ça pourrait être intéressant), une des choses que j’ai utilisé, c’est le temps, qui ajoute une dimension aux deux qui me donne le papier. Le temps me permet d’animer le texte, de le bouger et donc de présenter des signifiés nouveaux ou inexploités, que sans lui, ils me resteraient dans le stylo.

English version.

The conversation between Daniela Calisi, author of Change, and Rachele Cataldo, a data visualisation expert with whom she shares a passion of interactive art, continues.

THE FOLDING FAN GALAXY VOL.2 : Space and time

One of the ways in which I see the multiplicity of meanings of a word is not so much a list of terms or definitions, for me the image of a fan is creatively more productive. I speak of a fan because paper gives me spatial possibilities that linearity does not give me, it gives me the possibility of expanding in two dimensions. That’s the reason for this image.

When I was experimenting with 3D, I was thinking about the possibilities of text in three-dimensional space. No less, one of my favourite authors was Ladislao Pablo Györi, perhaps the first to visualise and create a three-dimensional realisation of what is called the semantic field. The semantic field is a field because it unfolds in space, like the force field or the magnetic field.

I am convinced that the right metaphor for meaning is that of the field, in fact it is closer to aspects that are physical or mathematical. Although I am not an expert in these subjects, from the point of view of my imagination the metaphors that arise from them are much more generative than the idea of putting the right words in the right sequence.

For me, finding the right sequence, finding the right word, is only one piece.

I have always moved through all texts with a certain freedom: I have no qualms about taking pieces and moving them around, even when I am writing things that are not poetic; I am very attracted to cut-ups.

My problem with poetry, though, is that it is a formal act and as a poet I have to make choices of form. The choices of form that I make and that I want to make are not choices related to linearity. Very often they are choices linked to spatiality or, in any case, to different paths or the coexistence of different paths.

When I started writing, I started with web poetry, and even before I was writing bars, fractures, arrows, splits. Web poetry was the first tool that allowed me to introduce an element that I later realised was fundamental to me: time. One of the things I have resorted to, since I cannot create globes of poetry, poetic fields (…here the poetic field could be interesting!), is time, which adds a dimension to the two that paper gives me. Time allows me to animate the text, to make it move, and thus to present additional or unexpressed meanings, which without it would remain in my pen.

Intervista di Rachele Cataldo
Estrapolazione di Claudia Virzì
Traduzione francese di Federica D’Amico
Traduzione inglese di Maria Graziana Ronchi
Editing di Alessandra Richetto

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Vérsion Française ci-dessous.

English version below.