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La libertà compositiva del testo: processi di costruzione nel caso Queneau

Nel 1899 David Hilbert raffinò la formulazione di Euclide in un sistema di una ventina di assiomi, suddivisi in cinque gruppi: di incidenza, di ordine, di congruenza, di continuità e di parallelismo con Fondamenti della geometria . Dagli assiomi di ordine si può dedurre il teorema che tra due punti ce ne sono sempre infiniti altri.

Raymond Queneau , attratto dalle possibilità offerte dalla combinatoria e dalla matematica in genere alla genesi letteraria, con un gruppo di scrittori e matematici tra i quali François Le Lionnais e Claude Berge, aveva fondato l’Oulipo (Ouvroir de littérature potentielle). Il termine “potenziale” si riferisce a qualcosa che esiste in potenza nella letteratura, cioè che si trova all’interno del linguaggio e che non è stato necessariamente esplorato.

Nel 1976 pubblicò nel terzo dei fascicoli della Biblioteca Oulipiana, un lavoro su I fondamenti della letteratura secondo David Hilbert, nel quale presentava un’assiomatica della letteratura ottenuta sostituendo i concetti geometrici di «punto», «retta» e «piano» con quelli linguistici di «parola», «frase» e «paragrafo».

Usando il teorema degli assiomi di ordine, afferma perciò che tra due parole ce ne sono sempre infinite altre, benchè a prima vista sembri che ogni frase ne contenga soltanto un numero finito. La soluzione di Queneau all’apparente dilemma è strettamente geometrica: secondo lui, sull’esempio della vecchia geometria proiettiva, dobbiamo far appello a «parole all’infinito». Ovvero, la maggior parte delle infinite parole che il teorema assicura essere presenti in ciascuna frase, stanno appunto all’infinito e non sono leggibili a distanza ravvicinata: il che attribuisce all’oscurità proiettiva della letteratura, e non all’incapacità espressiva dei letterati, la condanna dei testi letterari a dire sempre molto meno di quanto avrebbero potuto e dovuto.

Cent Mille Miliards de poèms

Cent mille milliards de poèmes di Raymond Queneau (1961) propongono al lettore un dispositivo di lettura combinatoria a base di linguette intercambiabili sulle quali sono scritti uno per uno i versi di un insieme di dieci sonetti (con 14 versi ciascuno). Ciò perché l’autore ha scritto i sonetti con le stesse rime e con una struttura grammaticale tale che ogni verso è intercambiabile con ogni altro verso situato nella stessa posizione.

In termini matematici si tratta di una disposizione con ripetizione con n=10 e k=14, per un totale di 1014 combinazioni (centomila miliardi, appunto). Così, a seconda di una qualsiasi delle eventuali scelte, è possibile leggere sonetti diversi.

Qui è possibile creare il proprio sonetto fra i centomila miliardi possibili: http://www.parole.tv/cento.asp

Marta Gaia Ceccotti