Un laboratorio di fabbricazione a controllo numerico per lo sviluppo di materiali editoriali interattivi, sia multimediali, sia cartacei. Uno spazio dove produrre, giocare e imparare insieme, che offre servizi per la creazione e fruizione di contenuti e al contempo rafforza identità e coesione sociale.
Un luogo aperto e accogliente dove entrare in contatto con la tecnologia e gli strumenti della comunicazione per accrescere consapevolezza, competenza e autodeterminazione.

DIPLOMI ANIMATI| V- UNDERWATER LOVE

L’ultimo (ma non per importanza) corto mostrato alla cerimonia dei diplomi della Scuola di Cinema Sperimentale sezione Animazione di Torino è Underwater Love di Andrea Falzone, Maria Cristina Fiore e Veronica Martiradonna. Il sound design e la musica sono di Amos Cappuccio e Eva Zurbriggen ha fatto loro da tutor durante lo sviluppo del progetto.

Underwater Love è una storia surreale ed estremamente personale, di una protagonista alla prese con la scoperta di sé e di un mondo fantastico e libero dove purtroppo non si può vivere a lungo.
Veronica mi racconta essere tutto nato da un’esperienza personale, un avvenimento di vita reale che con il corto ha voluto trasporre in una metafora.

“Nasce da una poesia che avevo scritto anni fa, si chiamava proprio Amore Subacqueo, su due esseri fluidi che potevano vivere il loro amore soltanto sott’acqua, un mondo lontano dalla realtà in cui ciò si poteva avverare.”

Una metafora espressa in questo caso con un approccio sperimentale ed espressionista, mi rivela Veronica. La pittura infatti ha fornito loro un’ispirazione concreta cui orientare il loro operato. L’altro nume tutelare dello stile è stato Masaaki Yuasa, amore condiviso di tutto il team di autori che con le sue opere, Mind Game in primis, ha silenziosamente influenzato il design dei personaggi.

Lo stile di disegno, così primordiale e assolutamente lontano dalla precisione e la pulizia cui la pipeline processuale dell’animazione ci ha abituati anche nelle opere in stile 2D, ha una doppia valenza: da un lato la naturalezza dello stile personale, perché i personaggi sono esattamente come li rappresentano i concept design, gli sketch iniziali schizzati da Veronica. Dall’altro invece si rivela una felice scelta concettuale con la sua violenza del tratto che ben si sposano con le emozioni che investono la protagonista.

“Avevo quest’idea da tempo. I primi disegni risalgono ad agosto del 2019, poi Andrea si è unito verso Novembre o Dicembre e con Cristina siamo andati in produzione per tutto il 2020.”

Anche il gioco di ambienti, di asfissia, ha un’origine pratica ma un risvolto comunicativo molto forte. Si parte da una stanza quadrata, con una ratio quadrata e stretta, per poi spostarsi verso il fondo marino ampio e decisamente più comodo. Il passaggio concettuale è lampante, da un posto claustrofobico si passa ad un mondo ampio e spazioso ma quando l’aria inizia a mancare, lo spazio disponibile si restringe e torna la ristrettezza anche visiva in cui versa la protagonista. Ma Veronica mi spiega ciò che va oltre lo storytelling visivo:

“Il formato è nato dal fatto che a scuola quando disegnavo facevo sempre una cornicetta quadrata; era perché ci davano dei fogli di recupero che avevano quella forma. Come tutto, anche il disegno si è adattato al flusso”

Come per i colleghi, la produzione del corto si è dovuta scontrare per forza di cose con il lockdown. Il processo in questo caso è stato parecchio tumultuoso perché Underwater Love è realizzato interamente su carta: inizialmente animato in digitale sul software Toon Boom e poi man mano tutto stampato su fogli pronto per essere colorato con pastelli ad olio. Dopodiché i ragazzi si sono dati da fare con la ripresa del cartaceo.

“Siccome abbiamo fatto tutto su carta, durante il lockdown ci sono stati problemi di materia prima e strumentazione disponibile: abbiamo dovuto montare la verticale in casa, testare tutto con le tapparelle tirate giù per simulare una camera oscura. Tutto super punk, decisamente in linea con il film.”

Adesso Veronica è a Budapest a partecipare al progetto Animazione senza frontiere con il quale sta realizzando un corto che spera presto possa entrare in produzione. Andrea e Cristina invece sono entrambi a lavoro sul suolo italiano e hanno partecipato alla produzione della serie animata di Zerocalcare.

Alessandra Richetto