Chiunque abbia almeno un account Facebook si sarà imbattuto in termini quali fake news, big data, tag, community.E chiunque utilizzi le piattaforme Amazon, Maps o i canali streaming Netflix e Disney + si sarà imbattuto almeno una volta in una pubblicità che suggeriva l’acquisto di quel paio di scarpe o la visione di quella serie tv “uguale a quella che avevo cercato!”, facendolo sentire nel mezzo di un complotto orwelliano in stile 1984.
Ma non siamo – per fortuna? – all’interno della società dispotica descritta dalla penna di George Orwell.
Siamo nel mezzo di una trasformazione digitale iniziata negli anni 70 e mappata con l’etichetta Digital 4.0. Questo può fare altrettanto paura: siamo immersi in un universo nuovo, esaltante talvolta anche inquietante perché spesso i fenomeni che entrano a far parte delle nostre vite si inseriscono tanto velocemente da non darci il tempo di capirli fino in fondo, prima di utilizzarli.
Dare una frenata a questo processo per snocciolare quelle informazioni di base che permettano a chiunque (persino a chi non ha nemmeno un account Facebook) di comprendere la realtà multimediale contemporanea è l’obiettivo del progetto degli studenti di Comunicazione e Culture dei Media dell’Università di Torino. Nel corso di Interactive Storytelling and Art 2019/2020 ha avuto inizio il sito web IsaacStories (acronimo di Interactive Storytelling And Art Communication) insieme alla docente Daniela Calisi. Il sito si propone come una raccolta enciclopedica di tutte le informazioni relative alla realtà digitale divise nelle quattro macro-aree concetti chiave, strumenti, personaggi e risorse.
In questo modo è stato possibile coniugare le conoscenze acquisite dagli studenti al bisogno dell’ampio pubblico non specializzato nel settore. La filosofia con cui è stato concepito questo progetto è quella di rendere funzionali le competenze teoriche nella costruzione di una conoscenza collettiva e partecipativa che avvicini la realtà accademica degli studenti universitari alla società dell’Internet degli individui comuni ovviando così il senso di inadeguatezza di entrambe le categorie, dei giovani che troppo spesso dubitano dell’utilità del proprio percorso accademico e dei cittadini comuni che vengono sopraffatti da meccanismi che appaiono ostici e complessi.
Quando Steve Jobs presentò il primo Macintosh nel 1984, fra tutte le funzionalità si preoccupò che il computer dicesse “ciao” al pubblico. Per Jobs questo fattore era tanto importante perché l’immagine che allora si aveva delle tecnologie era di un qualcosa di estraneo, pericoloso. Umanizzarle attraverso un azione tanto comune come il saluto, significava renderle amichevoli, accessibili, utilizzabili. Allo stesso modo, gli autori di Isaac spiegano fenomeni come l’Alternative Reality Game e il Prosuming con parole semplici ed efficaci, che compongono le storie in cui comprendiamo – da secoli – il mondo che ci circonda.
Nel nostro sito troverete gli articoli tratti da IsaacStories relativi a progetti, concetti e risorse di cui ci occupiamo al ThePaperLab. Se volete visitare il sito cliccate al link https://isaacstoriesunito.wordpress.com