Twitter è una piattaforma di reti sociali fondata sul microblogging, nella quale gli utenti postano e interagiscono con messaggi di testo chiamati tweet. È stata creata nel marzo 2006 da Jack Dorsey, Noah Glass, Biz Stone ed Evan Williams e lanciata nel luglio dello stesso anno. Oggi questa piattaforma social ha 13 anni di vita.
Twitter fornisce agli utenti una pagina personale, aggiornabile tramite tweet con lunghezza massima di 280 caratteri (inizialmente 140). L’intero social network ruota intorno al principio dei follower. Quando si sceglie di seguire un altro utente, i tweet di tale utente vengono visualizzati sulla propria timeline di Twitter.
Il servizio è diventato estremamente popolare, anche come avversario di Facebook, grazie alla semplicità ed immediatezza di utilizzo. Esistono diversi esempi in cui Twitter è stato usato dagli utenti per diffondere notizie, come strumento di giornalismo partecipativo, infatti tale piattaforma è utile per il suo servizio informativo. I suoi (non più tanto) brevi messaggi si prestano a creare un sistema di notizie.
Col tempo, e grazie ai feedback degli utenti, la piattaforma si è trasformata aggiungendo gli hashtag e i trending topic. Gli hashtag sono parole o combinazioni di parole concatenate precedute dal simbolo cancelletto (#). Etichettando un messaggio con un hashtag si crea un collegamento ipertestuale a tutti i messaggi recenti che citano la stessa “etichetta”. Nel 2010 Twitter ha introdotto nella prima pagina le tendenze (trending topic) ossia l’elenco degli hashtag estremamente utilizzati. Nel 2012 sono state introdotte le tendenze in base alla posizione, che permettono la visualizzazione degli hashtag più popolari per ogni paese o città.
Un’altra delle caratteristiche fondamentali è il tasto retweet. Questo strumento è riuscito (e riesce tuttora) a moltiplicare un messaggio come nessun altro strumento al mondo, ed è alla base del condividi di Facebook. Col passare del tempo il retweet è stato contestato da alcuni perché si presta ad essere un’arma di diffusione di fake news. Altre polemiche riguardano la possibilità di dare il like ai contenuti.
La piattaforma, come anche altri social, è da anni al centro di un dibattito sulla libertà della rete: il semiologo Umberto Eco si è espresso sostenendo che “il fenomeno Twitter […] dà diritto di parola a legioni di imbecilli, i quali prima parlavano solo al bar dopo due o tre bicchieri di rosso e quindi non danneggiavano la società.”
Vi sono delle difficoltà anche dal punto di vista aziendale. I dati del quarto trimestre del 2018 hanno descritto una situazione tutto sommato positiva dal punto di vista economico, ma deludente per quanto riguarda il numero degli utenti (126 milioni), che sono in diminuzione ormai da anni. A fine 2019, il titolo in borsa è in caduta.
Inoltre, Twitter fa fatica ha produrre introiti. In un ecosistema digitale le varie piattaforme cercano di massimizzare il rapporto tra usabilità e introito. Questo processo ha un nome: è il fenomeno della filter bubble, i cui protagonisti sono i famosi “algoritmi” che regolano sempre di più i contenuti che ci è permesso vedere su internet. Twitter, invece, esula naturalmente dalla bolla di filtraggio, la filter bubble. Ed è proprio per questo che non produce introiti.
Giuseppe Zanghi