Andrea Gianfanti
Con allocronismo s’intende un atteggiamento di messa a distanza non attraverso lo spazio, ma attraverso il tempo. Un atteggiamento che passa per la “negazione di coevità”, ovvero per il rifiuto di considerare membri di altre culture appartenenti a pieno titolo al presente, attribuendo loro una temporalità altra, tendenzialmente arretrata e primitiva. [Fabian 2000]. Un comportamento che Johannes Fabian indicava, in Time and the Other, come effetto delle strategie discorsive etnografiche che configurano una cronopolitica (Fabian 1983: 144) e una diseguaglianza temporale operante ben oltre l’antropologia, peraltro costrutto culturale essa stessa, e particolarmente rilevante nella considerazione dell’arte o delle arti degli “altri”, ma anche in qualsivoglia manufatto. L’allocronismo acquisì in saldo fondamento epistemologico nell’Ottocento, grazie all’evoluzionismo, che naturalizzò il tempo e lo spazializzò, sicché nei “selvaggi” gli europei cominciarono a vedere se stessi allo stato primordiale, con le vantaggiose implicazioni etico-politiche che l’idea comportava.
Andrea Gianfanti
Interactive Storytelling and Art 2019