Un laboratorio di fabbricazione a controllo numerico per lo sviluppo di materiali editoriali interattivi, sia multimediali, sia cartacei. Uno spazio dove produrre, giocare e imparare insieme, che offre servizi per la creazione e fruizione di contenuti e al contempo rafforza identità e coesione sociale.
Un luogo aperto e accogliente dove entrare in contatto con la tecnologia e gli strumenti della comunicazione per accrescere consapevolezza, competenza e autodeterminazione.

Intervento di Daniela   al convegno “Generative AI and the creative industries”

Daniela Calisi, artista e membro di Miranda – The Paper Lab, è intervenuta al convegno “Generative AI and the creative industries” organizzato dalla Scuola di Studi Superiori Ferdinando Rossi dell’Università di Torino. Il suo intervento si è concentrato sull’uso dell’intelligenza artificiale (IA) nell’arte, evidenziando sia le nuove opportunità creative che l’importanza di mantenere un legame con l’esperienza fisica e corporea.

DAP4.0- Be the Boss: Un progetto artistico che esplora le potenzialità dell’IA

Daniela ha presentato un suo progetto artistico intitolato “DAP4.0- Be the Boss”. Il progetto nasce da una collaborazione con IRES, che gestisce rifugi per donne sopravvissute alla tratta di esseri umani. L’obiettivo di Daniela era dare voce a queste donne, creando un’opera corale che potesse rappresentare le loro diverse esperienze e identità.

La sfida principale era la comunicazione: molte donne non parlavano italiano, erano analfabete o non conoscevano l’alfabeto latino. Per superare questa barriera, Daniela ha adottato un approccio originale: chiedere alle donne la loro canzone preferita.

Questa semplice domanda ha permesso di accedere a un universo di significati profondi per le donne. Le canzoni preferite, spesso cantate durante le attività quotidiane, rappresentavano un legame con la loro identità culturale, i loro ricordi e le loro emozioni. Attraverso le canzoni, le donne potevano esprimere se stesse in un modo a loro familiare e confortevole, bypassando le barriere linguistiche.

Daniela ha raccolto queste “poesie viventi” con l’aiuto di Sergio Messina, registrando le voci e le storie delle donne. L’idea era di utilizzare l’IA per elaborare questo corpus di materiale e creare un’installazione artistica interattiva.

Il concept prevedeva la creazione di un libro “ricombinante”, ispirato all’opera di Raymond Queneau “Cent mille milliards de poèmes” del 1961, che potesse generare poesie uniche dalle voci delle donne. Questo libro, dotato di un “cervello” elettronico no nessun cervello, solo un una memory card infilata un in blackberry contenente le tracce sonore e uno script in pyton che le seleziona in base alla combinazione di “bandes” che il lettore crea sfogliando fisicamente il libro contenente storie e le voci registrate, permette di generare 1.040.000 poesie diverse offrendo una rappresentazione caleidoscopica delle esperienze delle donne.

L’evoluzione dell’IA e le nuove possibilità per gli artisti

Tuttavia, Daniela ha osservato che l’IA si è evoluta rapidamente negli ultimi due anni. Grazie a questa evoluzione, ora è possibile per gli artisti creare editor di testo personalizzati interfacce di scrittura con funzionalità selezionate in base alle specifiche esigenze di un singolo progetto poetico senza dover scrivere codice. Questi nuovi strumenti offrono agli artisti un maggiore controllo sul processo creativo e facilitano la collaborazione permettono di strutturare sistemi di coscrittura, consentendo loro di realizzare progetti che prima erano impensabili1. anche questo non è vero infatti li avevamo già pensati e desiderati, solo che prima non si potevano realizzare così facilmente

Daniela ha illustrato questa nuova possibilità con un esempio concreto tratto dalla sua esperienza: ha mostrato come ha potuto creare un editor personalizzato per animare le lettere di una poesia in sole due ore. Questo editor, realizzato con HTML, JavaScript e local storage, le ha permesso di lavorare in modo indipendente, senza dover dipendere da un programmatore.

Daniela ha concluso che questa evoluzione dell’IA offre agli artisti un potere creativo senza precedenti, nuovo ambito di esplorazione tecnica liberandoli dai vincoli tecnici creando nuovi vincoli tecnici alla portata e manipolabili da chi non ha una forma mentis scientifico matematica e permettendo loro di esplorare nuovi orizzonti artistici.

L’importanza del corpo nell’era dell’IA

Secondo Daniela, in questa fase storica l’intelligenza è sopravvalutata perchè è un bene scarso: in un mondo saturo di intelligenza artificiale in cui l’intelligenza (o il suo simulacro) sarà prodotta in maniera industriale e in grandi quantità, e l’emotività sarà facilmente simulabile, aspetti come la fisicità, il contatto umano, la presenza e le esperienze sensoriali acquisiranno un valore ancora maggiore no io mi riferisco al CARNALE, che è un’esperienza non solo corporea ma anche sublime con aspetti che vanno oltre i nostri sensi e coinvolgono interazioni di tipo biochimico non facilmente producibili in modalità . L’arte, di conseguenza, dovrà adattarsi a questo cambiamento di paradigma e trovare nuovi modi per integrare e valorizzare la dimensione corporea.

Per esplorare questa nuova frontiera artistica, Daniela ha presentato un nuovo progetto: il “Salotto di Miranda”. Si tratta di uno spazio pubblico progettato per coltivare la memoria collettiva e la connessione umana. L’idea è quella di creare un database di foto, voci e storie dei cittadini che utilizzano lo spazio. L’IA aiuterà a organizzare e ricombinare questi dati, ma il punto focale sarà la restituzione di queste informazioni in un modo tangibile e corporeo.

“Il Salotto di Miranda” sarà concepito come uno spazio pubblico, un’installazione artistica, fatto di erba e terra, con sedie collegate a un sistema di intelligenza artificiale. Questo sistema raccoglie e organizza foto, voci e storie dei cittadini che utilizzano lo spazio, creando un database di memoria collettiva. L’IA, quindi, non si limita a elaborare i dati, ma li restituisce in una forma tangibile e corporea attraverso le sedie, che diventano “narratori” di storie basate sulle esperienze condivise.

Daniela immagina “Il Salotto di Miranda” come uno spazio reattivo, in grado di fornire informazioni pertinenti agli eventi in corso. Ad esempio, durante la Festa della Liberazione, le sedie potrebbero raccontare storie sulla guerra o sulla fine della guerra, attingendo al database di memorie collettive.

L’obiettivo di ” Il Salotto di Miranda ” è creare un’esperienza immersiva e condivisa che vada oltre la semplice interazione digitale. L’installazione offre ai visitatori un’esperienza fisica e connessa, in cui la tecnologia facilita l’accesso a una memoria collettiva e la condivisione di esperienze. In questo modo, l’IA non si limita a fornire informazioni, ma diventa un mezzo per promuovere la connessione umana e la partecipazione attiva degli individui alla creazione di una memoria collettiva.

” Il Salotto di Miranda ” rappresenta quindi un’interessante esplorazione delle potenzialità dell’IA in ambito artistico, in cui la tecnologia non è fine a se stessa, ma diventa un mezzo per creare un’esperienza coinvolgente e significativa per i partecipanti, valorizzando la dimensione corporea e la connessione umana.

Conclusioni

L’intervento di Daniela Calisi al convegno “Generative AI and the creative industries” ha offerto una riflessione stimolante sull’intersezione tra arte, intelligenza artificiale e corporeità. L’artista ha mostrato come l’IA stia trasformando il processo creativo, aprendo nuove possibilità per gli artisti. Allo stesso tempo, ha sottolineato l’importanza di non perdere di vista la dimensione fisica e corporea dell’arte, soprattutto in un’era dominata dalla tecnologia. Il progetto “Salotto” rappresenta un esempio concreto di come l’IA possa essere utilizzata per creare esperienze artistiche che coinvolgono sia la mente che il corpo.